Braveheart: il coraggio e la ragione

“Certo, chi combatte può morire… chi fugge resta vivo, almeno per un po’… Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere un’occasione, solo un’altra occasione, di tornare qui sul campo a urlare ai nostri nemici, che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai… la libertà!” William Wallace, interpretato da Mel Gibson, arringando il suo esercito prima della battaglia di Stirling Bridge.

Si sgretolerà prima l’Unione europea o il Regno Unito? I mercati passano da un estremo all’altro. Secondo il Times, il primo ministro inglese, Theresa May, ha cambiato idea, ora sarebbe disponibile ad accettare lo svolgimento del referendum sull’indipendenza scozzese, ma ad una sola condizione: che le votazioni in Scozia per abbandonare il Regno Unito si svolgano solo a trattative sulla Brexit concluse. Non sarebbe il primo referendum sull’indipendenza dall’UK che si svolge in Scozia: in occasione del primo voto popolare svoltosi nel 2014, circa il 55% degli scozzesi votò per rimanere all’interno del Regno Unito. In precedenza la May aveva respinto le richieste di un secondo referendum.

Oggi però la situazione è diversa gli scozzesi non voterebbero solo se uscire dal Regno Unito ma anche se restare nell’Unione europea. La libertà di scegliere da che parte stare.

La reazione dei mercati questa settimana è stata quasi incredula. Lo spread del decennale italiano con il Bund si è riportato sotto i 200 punti avvicinandosi, solo per poco a quello spagnolo. Per alcune sedute il timore Marine Le Pen è scomparso. Nei sondaggi il candidato Macron recupera terreno e il piano di una Francia staccata dall’Europa con un nuovo QE da 100 miliardi di franchi l’anno e la svalutazione della nuova moneta tra il 10 e il 20%, viene smontato dagli economisti. In uno scenario con l’inflazione in ripresa e per la maggior parte importata dall’aumento del greggio, il rischio di un aumento non controllato dei prezzi è altissimo.

I giornali francesi in prima pagina calcolano che la politica economica della Le Pen porterà a una perdita del potere di acquisto del 30%, con lo scoppio del debito dovuto agli eccessivi tassi di interesse. Un gioco molto pericoloso. Bisognerebbe poi aspettarsi una svalutazione da parte dei Paesi vicini che neutralizzerebbe quella francese. L’illuminismo francese potrebbe riportare la ragione a brillare sulle facili soluzioni dal respiro corto. Oppure come dice William Wallace è una questione di coraggio di affrontare le sfide.

Qualcuno suggerisce un’Europa che si disgrega per riunificarsi con piccoli pezzi alla volta. D’altronde così si è unita la Germania. Non è una cattiva idea è semplicemente poco realizzabile.  Non si tratta di fuggire dall’euro ma di risolvere i problemi alla radice. In Europa i movimenti populisti hanno una cosa in comune quella di stare più attenti ai sondaggi che alle proprie idee e il 70% dei francesi vuole l’euro. La vittoria di un candidato alternativo a Madame Le Pen al ballottaggio è data, guarda caso, al 69%.  Eppure anche questo non basta a tranquillizzare gli investitori perché l’obbligazione a due anni tedesca, Schatz, ha segnato un nuovo record: un rendimento negativo di oltre lo 0,9%. Sul mercato c’è chi preferisce perdere l’1% certo all’anno ma puntare sul debito tedesco, male che vada si ritrova il marco.

Il record dei record

Stop all’Obamacare, stretta agli immigrati, aumento delle spese militari per 54 miliardi di euro (il 10% in più), piano infrastrutturale da mille miliardi e un fenomenale taglio delle tasse. Niente di nuovo dal tanto atteso discorso del presidente Usa, Donald Trump. Il business vuole i fatti mentre da Trump in economia sono arrivate solo parole. Per ora Wall Street è paziente e brinda ai fenomenali dati macro. Gli indici Usa sfiorano il record dei record, fermandosi a 12 giornate di fila di aggiornamento dei massimi storici. L’indice di fiducia dei consumatori è salito in febbraio sui massimi dal 2001, un incremento più forte del previsto. L’indice sulle aspettative dei direttori degli acquisti della zona di Chicago è salito a 57,4 da 50,3 di gennaio, massimo da inizio 2015.

 

Il mercato delle obbligazioni sta prendendo in esame le possibilità di un incremento del costo del denaro a metà del prossimo mese. Il presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, ha affermato che il rialzo tassi sarà “prima piuttosto che dopo” la probabilità di un incremento del costo del denaro, è data al 50%, mentre la settimana scorsa era inferiore al 20%.

Tassi tedeschi negativi, inflazione in ripresa, scadenze elettorali in arrivo, dati macro positivi in tutte le aree geografiche Cina compresa. Non abbiamo il cuore impavido di William Wallace: non scommetteremmo su un rendimento negativo, piuttosto, dato che il mercato lo permette meglio andare su scadenze lunghe ma positive. I portafogli non si costruiscono sul coraggio o la paura ma sulla ragione. Di fronte a uno scenario incerto meglio puntare sulla qualità e su società, etf o fondi con una visione globale perché in grado di bilanciare sempre effetti negativi e positivi dovuti a eventuali scossoni (vedi scadenze elettorali). Questa è l’unica strategia che ci lascia liberi davvero di creare valore indipendentemente dalle scelte politiche di altri.