Buon Natale

 “L’economia è la scienza che studia l’allocazione  efficiente ed efficace delle risorse scarse, per soddisfare  al massimo i bisogni dell’uomo” da Una Buona azione per Natale.

Non si è capito bene se fosse un regalo di Natale. Pechino, però, non ci ha pensato su due volte, e ha sequestrato il sottomarino senza guidatore dalla marina militare Usa accusando gli Stati Uniti di spionaggio. Il presidente eletto, Donald Trump, ha detto ai cinesi che, dopo aver cercato di rubare tutti i segreti del mezzo, potevano anche tenerselo. Una piccola buona azione prima di Natale. Venerdì scorso, l’incidente diplomatico ha fatto oscillare le Borse Usa. Una mini scossa presto dimenticata con l’aggiornamento di nuovi record per Wall Street. I mercati sembrano non temere più nulla.  Fuori succede di tutto. In Turchia viene ucciso l’ambasciatore russo. La Germania si riscopre ancora con il fianco scoperto al terrorismo. Ma le Borse corrono.

Se i mercati fossero un palco allora nel 2016 è andato di scena “Molto rumore per nulla” di William Shakespeare.  Brexit, Trump, tassi e terrorismo. Queste quattro parole avrebbero dovuto scatenare scenari apocalittici. Nulla di tutto ciò. Le Borse, al contrario, non sono mai state così toniche come nell’ultimo periodo dell’anno.

Quella Usa ha festeggiato il nuovo presidente a colpi di record, scommettendo su una politica fiscale in grado di sostituire quella generosa della Federal Reserve. Il Dow Jones veleggia dritto verso i 20mila punti e già si parla di Santa Claus Rally. I mercati non sembrano temere nemmeno una pausa di riflessione. Si scommette già sui primi 100 giorni di Trump che promettono di essere scoppiettanti: maxi investimenti in infrastrutture e sgravi fiscali alle aziende. Certo fino a quando i vincoli di bilancio non freneranno il party, ma c’è tempo. Trump la sua buona azione l’ha già promessa, non tornerà indietro.

Per il presidente della Fed, Janet Yellen, dopo aver promesso a inizio anno ben quattro rialzi di tassi, la buona azione di Natale è stata quella di farne solo uno. Ma nessun timore. Yellen ha ripromesso che per il 2017 i rialzi saranno diversi, forse tre o quattro. Dopo l’abbuffata delle scorse settimane, i rendimenti sui bond si sono un po’ raffreddati. Meglio leggerla come un consolidamento delle posizioni.

Il dollaro non accenna a rallentare e sembra puntare sulla parità con l’euro, ma a crederci sono in pochi.  Difficilmente Trump accetterà una moneta troppo forte che rischia di penalizzare l’economia.

Martedì, è stato il primo ministro britannico, Theresa May, a fare la sua buona azione prima di Natale, aprendo, per la prima volta, a una fase di transizione di due anni prima di uscire dalla Ue. La Scozia, al contrario, ha presentato un piano per restare. Ma oramai la telenovela Brexit non fa audience. Se non fosse altro, per scommettere in un recupero della sterlina. Nelle ultime sedute la moneta inglese è rimasta piatta sull’euro dopo il boom della settimana precedente.

L’altra novità dell’anno è arrivata dall’Opec. Il cartello dei produttori di petrolio sembrava ormai destinato a non ritrovare più una comunione d’intenti dopo otto anni di fallimenti. Invece non solo i Paesi Opec ma anche quelli esterni hanno trovano l’accordo per un taglio di produzione. In questo caso parlare di buona azione è forzato, ma almeno si è tornati a una normalità che permetterà alle società del comparto di pianificare meglio gli investimenti. Dopo questi tagli il prezzo dell’oro nero potrebbe trovare un floor a 45 dollari al barile.

 

Nessun timore nemmeno dalle elezioni che nel 2017 coinvolgeranno più di metà Europa: Olanda, Francia, Germania e probabilmente Italia. Anche il settore bancario sembra immune a qualsiasi cattiva notizia. A Francoforte, l’avvicinarsi della maxi multa per Deustche Bank è stato accolto con un +3,2% del titolo. Le banche europee sono sui massimi da inizio anno, guadagnando il 16,7% nelle ultime dodici sedute. E chapeau alle italiane, che non temono né il maxi aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit né tanto meno per il destino di Mps che potrebbe richiedere l’intervento pubblico. L’Italia addirittura torna a far gola alle società estere con Vivendì interessata a Mediaset. Forse le modalità della scalata non sono proprio una buona azione per Natale ma il progetto di un polo europeo media/tlc in grado di concorrere a Netflix è suggestivo. Anche Generali risveglia gli appetiti di Axa. Un’invasione da Oltralpe, tanto che Moretti, a.d. di Finmeccanica, si è sentito in dovere di sottolineare che non teme una scalata francese. Nessuno ne parlava. Ma così è.

 

Il 2016 è alle spalle e a noi non resta che selezionare quali saranno le buone azioni del prossimo anno.  Un po’ di cautela dopo l’abbuffata non fa mai male. Wall Street sale da 8 anni di fila. Di norma i cicli durano 7/8 anni. Ma questo non vale per tutti i titoli. In Usa sono quotate moltissime aziende con una fortissima presenza internazionale. Se i mercati corrono infatti c’è un rovescio della medaglia. Si chiama emergenti. Finora i tassi bassi in Usa e in Europa avevano spinto gli investitori a cercare rendimenti sui bond high yeld di questi Paesi. Ora i deflussi potrebbero rompere vecchi equilibri. Il cambio dollaro Yuan punta a 7 dai 6,5 di inizio anno. Attenzione alle tante aziende Usa esposte in Cina: da Apple a Yum a McDonald’s a quelle tech.

Questo Natale la nostra buona azione è stata aver selezionato i titoli che hanno partecipato al rally di Santa Claus.

Auguri di cuore a tutti voi.