Il mio corpo, il mio tempio

“C’è solo una cosa che devo fare: riuscire a vivere con questo involucro che è il mio corpo. Un compito facile, difficile? Dipende da come lo si guarda. Quello che so è che, anche se ci riuscirò, nessuno penserà che ho compiuto qualcosa di importante. Nessuno si alzerà per applaudirmi commosso.“

Kafka sulla spiaggia, di Haruki Murakami

 

Il celeberrimo romanziere giapponese utilizzando la parola involucro pare quasi minimizzare quello che è diventato uno dei pilastri, per non dire la religione, della nostra generazione: il corpo.

In un ventunesimo secolo il cui principale ingrediente è il social network, e che vede tutti prigionieri nella ragnatela del web, il corpo è diventato il mezzo di comunicazione per eccellenza.

Chiedetevi se anche a voi e’ successo, di entrare in una stanza di sconosciuti ed avere la percezione che il vostro biglietto da visita fosse proprio il corpo che indossate. Per citare una delle follie del web diventate virali, mi pare epico quello che è successo questa settimana quando la seguitissima blogger vegana, propinatrice di diete crudiste, è stata immortalata a tradimento da un’amica mentre mangiava del pesce. Infuriatissimi e traditi, i suoi followers, dopo essersi visti crollare un mito hanno invaso i profili dell’eretica star vegana di insulti e male parole.

Al di là di questo simpatico (per non dire altro) evento, in primis mi chiedo:

in un mondo in cui tutti siamo ossessionati dall’healthy e dal fitness, tra una seduta dal nutrizionista, e un workout in palestra, chi di noi ha il coraggio di guardarsi allo specchio e prendersi cura di cio’ che nessun’altro vede?

Il Piccolo Principe, nella sua saggia ingenuità aveva ragione: l’essenziale è invisibile agli occhi.

Passando a cose piu concrete, che si trovano invece davanti agli occhi di tutti, in questi giorni vediamo mercati azionari che, alimentati dalle buone notizie sulla Cina, corrono al rialzo. Non si tratta di uno sprint di 100 metri quello dei listini, ma vista la resistenza che stanno dimostrando possiamo ormai parlare di corsa su lunga distanza. Il rally dell’azionariato e’ iniziato a gennaio e questo primo trimestre e’ per i mercati globali il migliore mai verificatosi dal 2010. Per Wall Street si tratta invece del migliore dal 1998.

L’altra faccia della medaglia e’ un rallentamento globale dell’economia reale. Questa realta’ poliedrica fa sorgere molte domande riguardo a cosa accadra’ nei prossimi mesi.

Lo scorso venerdi, per la prima volta dall’inizio della Grande Recessione, abbiamo visto invertirsi la curva dei rendimenti. La curva dei rendimenti è rappresentata dallo spread tra i tassi dei Treasuries Usa a tre mesi e quelli dei Treasuries a 10 anni, e solitamente la notizia della sua inversione è fonte di preoccupazione per gli investitori poiché predice che la recessione è alle porte.

Tuttavia le previsioni dicono che quest’anno il 70% dell’economia mondiale vedra’ tassi di espansione al ribasso, ma Christine Laguarde, direttrice del FMI, ci fa tirare un sospiro di sollievo dicendo che non pare esserci una recessione all’orizzonte, ma soltanto una crescita piu debole del previsto (soprattutto per gli US).

Le banche centrali dopo aver messo da parte almeno per un po’ il piano di normalizzazione dei tassi, stanno drenando l’economia con politiche ultra-accomodanti. Potremmo definire le banche come le burattinaie artefici di questo sfrenato ottimismo dei mercati. Laddove l’inflazione è inferiore all’obiettivo, esse giustamente continueranno ad utilizzare la politica monetaria per sostenere l’economia. Rimane tuttavia nell’aria il timore di essere condannati a fare la fine del Giappone, che con i suoi tassi a zero dal 1999 ha provato a farci credere che il tempo non sia denaro.

Riguardo alle sventure dell’Inquilina del numero 10 Downing Street, questa settimana il Parlamento di Westminster ha bocciato le quattro proposte alternative al piano di Theresa May. Adesso staremo a vedere se e’ possibile ottenere un rinvio lungo per una eventuale soft Brexit.

Intanto, nonostante l’incertezza e il caos, la sterlina si e’ deprezzata soltanto leggermente. Il dollaro invece continua sulla scia dell’apprezzamento.

Tornando al Piccolo Principe, è entusiasmante cogliere il richiamo secondo il quale saremo noi stessi le uniche persone con cui dovremo convivere ogni istante della nostra vita.  Il primo passo che l’uomo fa per imparare a vivere è quello di guardare dentro di sé con garbo, per approfondire la conoscenza di se stesso, alla luce di quella tanto preziosa essenzialità  che e’ invisibile agli occhi.

Come? Vivendo senza trascurarsi e guardando con curiosita’ il nostro mondo, senza la pretesa di capirlo una volta per tutte.